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La bellezza del numero. Angelo Colocci e l’origine dello stato nazione

Il 27 marzo 2018 è stato presentato La bellezza del numero. Angelo Colocci e l'origine dello stato nazione
(il Lavoro editoriale 2017), di Giorgio Mangani

Al centro della Scuola di Atene, nella stanza della Segnatura in Vaticano, compare un personaggio che indossa un cappello da mago e tiene un cosmo in mano. Vasari pensava si trattasse di Zoroastro. Ma secondo la ricostruzione di questo articolato studio potrebbe invece trattarsi di Angelo Colocci (Jesi 1474-Roma 1549), presidente dell'Accademia romana, amico di Bramante e Raffaello, Segretario apostolico, studioso di cosmologia, geografia, delle corrispondenze macro-microcosmiche. Angelo Colocci emerge come personaggio centrale della Roma della prima metà del Cinquecento. Collezionista di antichità, studioso dell'antica metrologia (identifica il piede romano, che da lui verrà detto colocciano), il Colocci si rivela figura decisiva in molti contesti disciplinari, sino a fondare alcuni concetti che poi saranno i capisaldi dello "stato moderno": tra questi l'impiego dell'eredità culturale (di cui la lingua è un fondamento) come veicolo di sovranità e come elemento di formazione delle classi dirigenti.

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