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Favole e politica. Pinocchio, Cappuccetto rosso e la Guerra fredda

Martedì 24 novembre 2015 alle ore 18,00 nell'auditorium di palazzo Montani in collaborazione con Iscop e Biblioteca "Bobbato" è stato presentato il volume Favole e politica. Pinocchio, Cappuccetto rosso e la Guerra fredda, di Stefano Pivato, che ne ha discusso con Ugo Berti Arnoaldi, presidente della Fondazione Biblioteca del Mulino.


Nell'età delle masse, volendo rivolgersi a tutti,  la politica adotta un linguaggio semplice e persuasivo; il parlar figurato, per metafore e per apologhi, è strumento principe di propaganda. Così la politica racconta, letteralmente,  favole, cioè ricorra a strutture narrative note, proprie della tradizione favolistica, mescolando dati reali con elementi satirici, leggendari, zoomorfici,  ecc. Pinocchio, che è - anche oggi - il personaggio fiabesco più citato nella metafora pubblica e nella satira italiana, è di volta in volta campione fascista e poi comunista; il Gatto e la Volpe sono effigiati come Togliatti e Nenni quando, in cambio di un semplice voto, invitano il burattino di Collodi al Paese della Cuccagna; Stalin è personificato come Mangiafuoco, Truman come Orco, il lupo di Cappuccetto rosso ha i tratti di Togliatti, ecc. Tutto ciò è allusivo, falso e seducente, come dimostra lo studio di Stefano Pivato approfondendo il tema del vasto campionario di favole utilizzato dalla politica italiana, soprattutto negli anni della Guerra fredda.

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