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Le crociate dopo le crociate Da Nicopoli a Belgrado. 1396-1456

Venerdì  2 maggio 2014 è stato presentato il volume Le crociate dopo le crociate Da Nicopoli a Belgrado. 1396-1456 (il Mulino 2013) di Marco Pellegrini, che ne ha discusso con Francesco Ambrogiani.

Dicendo "crociata" si pensa al santo Sepolcro, al Saladino, a quel regno di Gerusalemme la cui cronologia si situa fra 1098 e 1291. Ma anche più tardi, e per lungo tempo, la crociata è stata un obiettivo capace di mobilitare emozioni, uomini e risorse dell'Europa cristiana. Con una differenza fondamentale: le crociate "tardive" non ebbero più per oggetto la Terrasanta, bensì furono dirette a riconquistare lo spazio balcanico, dove la temibile espansione degli Ottomani aveva progressivamente eroso il dominio bizantino, e poi Albania, Serbia, Bosnia, Valacchia e parti dell'Ungheria. Fino alla battaglia di Lepanto (1571) si contano piùdi dieci "crociate", nel corso delle quali gli eserciti cristiani furono spesso sopraffatti. Lo studio di Marco Pellegrini racconta appunto i diversi progetti di offensiva promossi dal papato: dal disastro di Nicopoli nel 1396 alla disfatta di Varna nel 1444, dove perse la vita anche il cardinal legato Giuliano Cesarini, sino alla fortunosa vittoria delle armi cristiane a Belgrado nel 1456- al termine di una crociata predicata da Giovanni da Capestrano - per la quale si parlò di miracolo.

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