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La guerra italiana

Martedì 7 ottobre 2014 è stato presentato La guerra italiana. Partire, raccontare, tornare. 1914-18, di Marco Mondini, alla presenza dell'autore.

"La maggior parte di coloro che vennero travolti dalla guerra, fossero soldati o donne mobilitate nelle retrovie, fece la propria parte fino in fondo. Come ciò sia stato possibile, è uno dei quesiti cui ho tentato di dare una risposta. Perché, dopo anni di combattimenti e morte e dopo una vittoria così duramente pagata, le emozioni dominanti in Italia siano state non l'orgoglio bensì la disillusione e il senso di fallimento, è un altro": così l'autore, che sottolinea le peculiarità dell'Italia e della sua guerra rispetto al conflitto europeo. L'Italia entra infatti nella mischia con quasi un anno di ritardo, ma poi - si può dire - la sua classe dirigente è incapace di uscirne, non saprà amministrare la pace ed non eviterà la guerra civile, che sfocia nel regime fascista.
L'autore non riduce il conflitto a una semplice eclisse della ragione: facendo proprio il motto di Baruch Spinoza, anziché deplorare gli eventi cerca di capire l'insieme di valori condivisi che li resero possibili. Con uno studio che segna un cambio di passo rispetto alla precedente storiografia, utilizzando un ventaglio amplissimo di fonti Marco Mondini propone al lettore il dilemma della conoscibilità della guerra, come fu attesa, come i combattenti la raccontarono, come venne reinventata da giornali, riviste e film per essere infine elevata a mito. I contemporanei infatti elaborarono, sia a conflitto in corso (si pensi alle "tavole" di Achille Beltrame) che nel dopoguerra (si pensi alla traslazione del Milite ignoto o ai tantissimi monumenti ai caduti), una sorta di mascheramento che contrappose una guerra ideale e immaginata alla violenza terribile della guerra reale.

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