Venerdì 1° marzo 2013 Ugo Berti Arnoaldi, presidente della Fondazione il Mulino, ha introdotto Roberto Vivarelli (Normale di Pisa), autore della Storia delle origini del fascismo. L’Italia dalla grande guerra alla marcia su Roma (Il Mulino, Bologna 2012).
Con questo volume, parte conclusiva di una ricerca di grande ampiezza (il primo volume è uscito nel 1967, il secondo nel 1991 e il terzo nel 2012), Roberto Vivarelli consegna alla cultura italiana un'opera monumentale su un nodo importantissimo della storia italiana del XX secolo, la presa di potere di Benito Mussolini nel 1922.
Roberto Vivarelli rimette peraltro in discussione le interpretazioni del fascismo e delle sue cause. Basandosi su una documentazione vastissima, sostiene infatti che il fascismo non fu, alle origini, un movimento reazionario tout court ma nacque dal fatto che in Italia, tra 1918 e 1922, fu combattuta una vera e propria guerra civile tra opposte passioni politiche, rappresentate dai socialisti e dai fascisti. La passione della classe contrapposta a quella della nazione: di qua la bandiera rossa, di là il tricolore. All'antipatriottismo sovversivo dei socialisti (che volevano “fare come la Russia”), i governi liberali furono però incapaci di opporre il patriottismo delle istituzioni. La prolungata inazione dell’esecutivo, che portò a un gravissimo deterioramento dell'ordine pubblico, parve latitanza dello Stato e scavò un solco fra la classe dirigente e un'opinione pubblica borghese, che si identificava nello Stato e nei suoi simboli e che si riconosceva nelle ragioni della guerra appena combattuta. In quel clima, i fascisti poterono atteggiarsi a difensori della patria.
La prolungata inettitudine politica dei ministeri Giolitti, Bonomi e Facta, insomma, e la conseguente perdita di credibilità dell’esecutivo consentirono al fascismo delle origini – ancora assai diverso da quello che sarebbe stato il regime – di conquistare il governo. «Il fascismo non fu la causa della crisi dello Stato liberale – afferma l’Autore –, ne fu piuttosto il frutto».