Giovedì 14 febbraio 2013 Alessandro Barbero, ordinario di Storia medievale all’università del Piemonte Orientale, ha presentato Operazione Compass. La Caporetto del deserto (Salerno, Roma 2012) di Andrea Santangelo.
La Storia militare è un genere che In Italia, per molte ragioni connesse alle vicende nazionali, non gode di larga popolarità. Condotta con i criteri della ricerca scientifica, la Storia militare è invece un ambito interessantissimo non solo per gli eventi che descrive, ma anche perché mette in luce la trama ideologica, industriale, sociale e politica che a quegli eventi è sottesa.
Il lavoro di Andrea Santangelo riguarda i combattimenti che si svolsero in Cirenaica tra il dicembre 1940 e il febbraio 1941, quando la Western Desert Force britannica, 30.000 soldati ben equipaggiati con alcune centinaia di carri (tra cui i Matilda, che le armi italiane non riuscivano a fermare), travolse la 10a armata del maresciallo Rodolfo Graziani, che era penetrata in Egitto, e nonostante la valorosa difesa di alcuni reparti la annientò facendo 110.000 prigionieri e occupando la Cirenaica.
Una grande battaglia, dunque, poco presente nella coscienza nazionale e priva perfino di una propria denominazione (ecco perché l’Autore usa quella inglese), che assieme al contemporaneo disastro della guerra di Grecia segnò la fine di quella “guerra parallela” che Benito Mussolini intendeva condurre rispetto alla Germania. Gli inglesi, in quel momento in affanno su tutti i fronti di guerra, reclamizzarono la vittoria – ottenuta in condizioni di apparente inferiorità – dipingendo gli italiani come cattivi combattenti. Invece, chiarisce l’Autore, il problema non fu il valore dei singoli reparti ma l’impreparazione tecnica e concettuale del regio esercito alla guerra moderna, ormai centrata sul coordinamento interforze, sul binomio aereo/carro armato e sulla mobilità delle truppe.