Giovedì 12 dicembre 2013 Luigi Luminati e Gianfranco Sabbatini hanno conversato con Stefano Pivato,autore del volume "I comunisti mangiano i bambini. Storia di una leggenda" (il Mulino, 2013).
La voce che i comunisti mangiassero i bambini è stata - e forse è ancora, vista la sua persistenza nella comunicazione politica - l'invenzione in assoluto più fortunata della propaganda anticomunista. Si tratta di una leggenda fiorita sulla tragica verità degli episodi di cannibalismo registrati in Unione Sovietica durante le terribili carestie dei primi anni Venti e Trenta, che costarono la vita a milioni di persone e durante le quali, esauriti cani, gatti, topi e qualunque altra cosa commestibile, l'inedia infranse ogni tabù e i cadaveri - e talvolta anche i vivi - assunsero un valore alimentare.
Il libro racconta però anche come questo slogan affondi le sue radici nella battaglia che, nel XX secolo, si è svolta attorno all'infanzia, alla sua educazione e al suo controllo: fra Stato e Chiesa dal secondo Ottocento, nell'ultimo dopoguerra fra organizzazioni cattoliche e comuniste. Una battaglia di voci e notizie false e che poi, con un corredo di manifesti truculenti e di evocazioni che facevano appello a timori ancestrali, finirono per sostituire all'orco di Pollicino lo spauracchio dell'orco comunista.