Venerdì 8 giugno 2012 Ugo Berti Arnoaldi, presidente della Fondazione il Mulino, ha presentato il volume Dove finiscono le mappe. Storie di esplorazione e di conquista (il Mulino, Bologna 2012, p. 236), di Attilio Brilli, uno dei massimi esperti italiani di letteratura di viaggio.
«Si è visto per lungo tempo il viaggio d’esplorazione come un atto di eroica follia, il frutto delle ardimentose imprese di ulissidi della modernità, dimenticando che quell’atto è anche lo strumento attraverso il quale le potenze europee si accingevano a dare una non disinteressata forma al resto del mondo, determinandone i confini e tracciandone per la prima volta le mappe».
Così l’autore: il quale, dopo aver approfondito nei suoi precedenti e famosi studi i viaggi di istruzione e di diletto, con Dove finiscono le mappe mette il lettore in contatto con un altro tipo di esperienza: i viaggi di esplorazione che nell’età moderna gli europei intrapresero, prevalentemente per mare, oltre i confini delle mappe del mondo conosciuto verso la scoperta di nuove terre.
Viaggi il cui fine erano, certo, la conoscenza e lo studio, ma soprattutto la conquista e lo sfruttamento, quando non la rapina. America, Australia, Africa, India: nei libri e nelle relazioni di conquistadores e mercanti, letterati e negrieri, così come nel controcanto ironico dell’invenzione letteraria (con Robinson Crusoe e Gulliver), è scritta la secolare avventura, insieme affascinante e ignobile, grandiosa e sanguinaria, del predominio europeo sul globo.