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Cinquecento italiano. Religione, cultura e potere dal Rinascimento alla Controriforma

Venerdì 25 maggio 2012 Paolo Prodi, presidente della Giunta centrale per gli studi storici, ha presentato Cinquecento italiano. Religione, cultura e potere dal Rinascimento alla Controriforma (il Mulino, Bologna 2011, pp. 456) di Gigliola Fragnito, ordinario di Storia moderna all'Università degli studi di Parma.

Nei primi anni del XVI secolo, con le “guerre d’Italia”, le corti italiane perdono la loro autonomia: mille anni – non pochi lustri – sembrano separare la fine dell’avventura del Valentino, nel 1503, dal sacco di Roma del 1527. L’Italia subisce il forte contraccolpo della crisi religiosa della Riforma protestante e con il concilio di Trento (1545-1563) la Chiesa romana si trasforma profondamente.
Lo studio di Gigliola Fragnito indaga quel momento e sottolinea come il concilio di Trento sia in realtà un mito fondatore – ha scritto Massimo Firpo sul “Domenicale” del “Sole 24Ore” il 15 aprile 2012 – perché in realtà non i canoni tridentini ma il Sant’Uffizio sono risultati lo strumento più efficace della Controriforma: «L’energica ripresa del papato postridentino, con il rapido mutare del ruolo del sacro collegio e delle corti cardinalizie nella Roma cinquecentesca, non tardò infatti a mettere a tacere ogni istanza di autonomia di un episcopato che il concilio aveva richiamato al dovere della residenza per valorizzarne l’impegno pastorale, ma poi depotenziato dal centralismo della curia romana, e dalle strutture preposte a un occhiuto controllo della vita religiosa».
Gli studi di Gigliola Fragnito, che riguardano per es. i diversi Indici dei libri proibiti pubblicati nel secondo Cinquecento o il divieto per i laici di leggere la Bibbia in volgare, sono « essenziali per capire l’Italia moderna: sia l’antico e capillare ruolo non solo pastorale ma anche politico che vi esercita la Chiesa, sia le peculiari modalità di intendere e di vivere la propria fede in un Paese più familiare con il clero e con le pratiche devozionali che con la parola di Dio».

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